Si è svolto ieri, giovedì 17 ottobre, il convegno di presentazione del progetto Auser-Caritas “Una coperta ci unisce”.
Tante le persone che, nella mattinata, si sono riunite presso il Centro sociale Insieme, sede dell’appuntamento. Fra loro, anche le tante volontarie che, in tutta la provincia di Reggio Emilia, si sono date da fare nella realizzazione delle coperte che Caritas donerà alle persone senza fissa dimora e a chi si trova in difficoltà. Nel pomeriggio di ieri, le prime coperte sono state regalate alla Casa di accoglienza delle donne vittime di tratta.
Alla conferenza, condotta dal direttore di Telereggio Mattia Mariani, sono intervenuti il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, il presidente di Auser Nazionale Enzo Costa, don Romano Zanni di Caritas, la presidente di Auser Comunale Reggio Emilia Carla Iori, Elena Ghinolfi di DarVoce.
«“Una coperta ci unisce” – ha affermato Carla Iori – è un progetto che abbraccia la comunità intera, che congiunge in un unico legame, fatto di fili di lana e di calore solidale, persone differenti, con diversi trascorsi e provenienze, che donano tempo, esperienza ed energie a chi ha più bisogno. A discapito degli egoismi personali e dell’individualismo sfrenato della società in cui viviamo, questo progetto mira all’inclusione fra le persone, a farle incontrare per socializzare e, così facendo, a rompere la paura verso “l’altro” e a creare un bene che non è solo materiale, ma anche valoriale.»
«Ogni anno – ha dichiarato don Romani Zanni – aiutiamo circa 140-150 persone a Reggio Emilia che cercano un letto caldo. Queste coperte sono perciò molto preziose, ma lo sono anche perché, quando le volontarie si trovano per trasformare la lana in coperte, creano un bene ancora più grande, che è la relazione. La nostra società è affamata di relazioni e anche iniziative come questa aiutano nell’obiettivo di mantenere viva una rete solidale.»
«Negli sportelli di DarVoce – ha detto ieri Elena Ghinolfi – vediamo e viviamo quotidianamente il disagio economico, sociale e umano delle persone. Solo con la relazione ci si può sostenere e, insieme, si possono affrontare le paure.»
«La nostra società, negli ultimi anni, ha subito una involuzione e corre il rischio della frantumazione sociale. Noi – ha affermato Luca Vecchi, sindaco di Reggio Emilia – ci impegniamo, giorno dopo giorno, affinché la cultura della vicinanza alle fragilità rimanga un caposaldo del nostro vivere e lo facciamo andando a parlare con le persone e investendo risorse nel welfare e nel sociale. La rete fra istituzioni, associazioni e persone è fondamentale perché tutto il sistema funzioni e progetti come quello presentato oggi nutrono questa rete di legami.»
«Siamo di fronte ad una fase storica strutturale, che, in tutta Italia e in tutto il mondo, vede uno squilibrio sempre più ampio fra ricchezze e povertà. “Una coperta ci unisce” porta con sé un messaggio importante di solidarietà e include una visione fondamentale per tutti noi: non possiamo costruire muri, come l’egoismo ci porterebbe a fare, ma dobbiamo costruire ponti. Legami cioè fra persone e culture diverse, che vadano oltre alle paure e che ci permettano di essere attori e non soggetti passivi rispetto ai cambiamenti a cui stiamo andando incontro.», ha concluso Enzo Costa, presidente di Auser Nazionale.
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