Nei giorni 2 e 3 dicembre 2020 l’OMS ha lanciato la Decade of Healthy Ageing 2020-2030 (“Il Decennio per un Invecchiamento in salute”) e ha presentato il baseline report con l’indicazione delle azioni necessarie per misurare un impatto concreto sulle persone.
Nell’area in cui si parla della capacità degli anziani di contribuire alla società sono evidenziati sei aspetti e Auser è menzionata come esempio di buona pratica per accelerare l’impatto positivo e raggiungere l’obiettivo nei tempi previsti.
«Ci inorgoglisce molto questo riconoscimento dell’OMS – sottolinea il presidente nazionale Enzo Costa – da 32 anni portiamo avanti il nostro operato e le nostre sfide, per dare ruolo, valore e dignità agli anziani di questo paese. Che una organizzazione internazionale come l’OMS ci indichi come buona pratica è molto significativo e ci stimola a proseguire con maggiore slancio nel nostro cammino. Ma soprattutto dà valore all’’impegno dei nostri volontari. Un impegno prezioso, ogni giorno, in tanti angoli d’Italia».
La scheda dell’OMS – in inglese – ripercorre le attività salienti di Auser rete nazionale per l’invecchiamento attivo. «Un’associazione che conta circa 46mila volontari con quasi 8 milioni di ore di volontariato donate ogni anno. Dall’aiuto alla persona alla Telefonia Sociale, dal volontariato civico all’apprendimento permanente al dialogo intergenerazionale e sostegno ai migranti, Auser promuove una varietà di attività di volontariato che impegnano persone di tutte le età. […]
I volontari prendono parte a numerose attività di ricerca sull’invecchiamento in salute: nel 2020 tra queste anche TAPAS (Tempo, Luoghi e Spazi nell’Invecchiamento) che ha svolto un approfondimento circa il benessere degli anziani durante la pandemia dovuta al Covid-19.»
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